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Tag Archives: bilancio 2013

Aumento di capitale per Genova High Tech e 2,5 mln di rosso per Nuova Erzelli

06 Saturday Sep 2014

Posted by scarlots in Economia, Finanza

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2014, 50 milioni, alta tecnologia, aumentare, Banca Carige, bilancio 2013, capitale sociale, collina, consiglio di amministrazione, contenimento dei costi, delega, Erzelli, facoltà, Genova, Genova High Tech, Ght, ingegneria, Intesa Sanpaolo, Leonardo Technology, ligure, massimo, moratoria, Nuova Erzelli srl, perdita di esercizio, piano industriale, polo, Prometeo srl, quota, rafforzamento capitale, Rasero, revisione, ristrutturazione debito, svalutazione, Talea, trasferimento, università

Il parco degli Erzelli in costruzione

Il parco degli Erzelli in costruzione

Il periodo non è dei più semplici per Genova High Tech (Ght), la società nata nel 2003 per promuovere la nascita, sulla collina degli Erzelli, di un polo di eccellenze dell’alta tecnologia ligure per attrarre imprese e ricercatori da tutto il mondo. I numeri del bilancio del 2013 di Ght non sono ancora disponibili, ma da quello della Nuova Erzelli srl, che custodisce una quota del 25% di Leonardo Technology spa (il resto è in mano a Intesa Sanpaolo e al gruppo Rasero), la quale a sua volta controlla Ght al 67%, emerge che la società, per ripristinare l’equilibrio finanziario, sta seguendo un doppio binario: rafforzamento del capitale e ristrutturazione del debito.
Il bilancio del 2013 di Nuova Erzelli, società partecipata al 40% da Banca Carige, al 32% dalla Prometeo srl della famiglia Rasero e al 28% dalle cooperative di Talea, rivela che ad aprile il consiglio di amministrazione di Genova High Tech ha deliberato di proporre all’assemblea straordinaria dei soci la delega per aumentare il capitale sociale fino a un massimo di 50 milioni.
In parallelo, Ght ha avviato con Carige una trattativa per la ristrutturazione del debito, nell’ambito della quale ha chiesto una moratoria su quanto dovuto per il 2014. «I riscontri informali ottenuto dalla banca nel corso delle interlocuzioni preliminari alla data di approvazione della presente relazione da parte del consiglio di amministrazione sono confortanti», si legge nel bilancio di Nuova Erzelli.
Non solo. Oltre a una generale azione di contenimento dei costi, è stata avviata la revisione del piano industriale di Ght, nell’ambito della quale «la società sta valutando soluzioni alternative che, anche in assenza del trasferimento della facoltà di ingegneria (di Genova, che ancora non si è spostata sulla collina degli Erzelli, ndr), consentano di ristabilire l’equilibrio finanziario».
Tra i segnali positivi per Ght, il bilancio di Nuova Erzelli indica «la perdurante capacità di provvedere alla gestione corrente», «il preliminare interesse di Carige a mantenere in vita l’iniziativa» e «la proroga a luglio», perciò appena scaduta, che l’università di Genova «ha ottenuto dai soggetti competenti ad assumere le determinazioni relative alla disponibilità dei finanziamenti pubblici destinati al trasferimento della facoltà di ingegneria presso gli Erzelli».
In attesa che il quadro per Ght si faccia più chiaro, Nuova Erzelli, società nata nel marzo del 2007, ha chiuso il 2013 con una perdita di esercizio di 2,5 milioni, contro il rosso di quasi 17mila euro dell’anno precedente. Il risultato è soprattutto la conseguenza della svalutazione da 2,43 milioni della quota in Leonardo Technology, che a sua volta ha rettificato per 9,92 milioni la partecipazione del 67% in Genova High Tech. Insomma, dalla manovra finanziaria di Ght dipende il destino di almeno altre due società.

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Viaggio della speranza per i treni Italo: servono soldi

27 Wednesday Aug 2014

Posted by scarlots in Economia, Finanza, Trovando un'Intesa (Sanpaolo)

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2014, 2446 codice civile, 27 agosto, Alberto Bombassei, banche, bilancio 2013, conti, debito, Deloitte & Touche, Diego Della Valle, Fatto Quotidiano, Generali, Gianni Punzo, Giuseppe Sciarrone, Intesa Sanpaolo, Isabella Seragnoli, Italo, le ferrovie francesi, Luca Cordero di Montezemolo, Ntv, Nuovo trasporto viaggiatori, perdite, primo trimestre, revisori, rimborsi, rinegoziazione, stand-still, terzo capitale sociale, treni

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A dare l’allarme sono i revisori dei conti di Deloitte & Touche nel bilancio del 2013: la Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), la società dei treni Italo di Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Gianni Punzo, è a corto di soldi. E così, dopo gli 85 milioni già sborsati tra il 2013 e l’inizio del 2014, saranno probabili nuovi versamenti da parte dei soci Intesa Sanpaolo, le ferrovie francesi (20 per cento a testa), le Generali (15 per cento), più Alberto Bombassei, Isabella Seragnoli e Giuseppe Sciarrone con partecipazioni minori. Oltre al trio di amici Della Valle, Montezemolo e Punzo, che insieme hanno il 35% di Ntv.
Tutta colpa delle perdite che, dopo i 77 milioni abbondanti di rosso del 2013, nel primo trimestre del 2014 hanno superato un terzo del capitale sociale, che è poi la situazione disciplinata dall’articolo 2446 del codice civile.
I probabili soldi che saranno chiamati a versare gli azionisti si affiancheranno alla rinegoziazione del debito in corso con le banche, nell’ambito della quale la società ha chiesto una tregua sui rimborsi (stand-still) da aprile alla fine del 2014. Un processo guidato da Intesa Sanpaolo, che da sola è esposta verso la società dei treni Italo per 586 milioni, sui 666 milioni di debito complessivo. Una situazione, per Ntv, davvero diabolica!

(Tutto questo e molto di più nell’articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano il 27 agosto, che potete leggere anche qui)

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Mediaset e il peso (fiscale) dei processi sui diritti e Mediatrade

06 Sunday Apr 2014

Posted by scarlots in Cose media-mente interessanti, Finanza

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Agenzia delle entrate, antitrust spagnola, autorità giudiziaria, bilancio 2013, contenziosi fiscali, contenzioso fiscale, Daniele Lorenzano, Fedele Confalonieri assolto formula piena, Fininvest, Fisco, fondo rischi, Frank Agrama, Gabriella Galetto, Mediaset, Mediaset Espana, oneri fiscali, processo diritti Mediaset, processo Mediatrade, Silvio Berlusconi

L'ex premier Silvio Berlusconi

L’ex premier Silvio Berlusconi

I processi che vedono coinvolto, a diverso titolo, l’ex premier Silvio Berlusconi pesano come un macigno sulla sua società di famiglia Mediaset. E basta dare uno sguardo al bilancio del 2013 appena depositato dal gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi attraverso la cassaforte Fininvest per rendersi conto di come i contenziosi tributari siano legati a doppio filo a procedimenti giudiziari conclusi, come nel caso del processo sui diritti Mediaset, e ancora in corso, come per “Mediatrade”.

Dal processo sui diritti Mediaset è uscito condannato per frode fiscale niente meno che Silvio Berlusconi, insieme con Frank Agrama, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano, mentre è stato assolto con formula piena Fedele Confalonieri. Proprio in relazione a tale processo penale, l’Agenzia delle entrate ha inviato a Mediaset alcuni avvisi di accertamento relativi agli anni 2001, 2002 e 2003, dove si contesta un maggiore reddito imponibile per poco più di 44 milioni.
La società del Biscione, però, “senza ammissione di responsabilità”, lo scorso ottobre ha preferito chiuderla lì definendo con il Fisco il contenzioso per un totale di 26 milioni. Ma ancora non è finita, perché nello stesso mese di ottobre l’autorità finanziaria ha bussato alla porta di Mediaset per il periodo di imposta del 2004. La società, allora, a novembre, ha versato all’Agenzia delle entrate altri 1,3 milioni e ha iscritto nel bilancio del 2013 un fondo rischi per 1,8 milioni per eventuali contestazioni legate al processo sui diritti per gli anni successivi al 2004.

Altro giro di guai per Mediaset e altra corsa dal processo Mediatrade, che pure coinvolge Agrama più alcuni amministratori e dirigenti del gruppo e che riguarda una presunta frode fiscale aggravata. In relazione a tale processo, l’Agenzia delle entrate ha rettificato il reddito imponibile per il 2003 della società della famiglia Berlusconi per 7,8 milioni. E Mediaset, di nuovo senza ammissione di responsabilità, ha raggiunto un accordo col Fisco e a maggio del 2013 ha pagato 2,7 milioni. Anche questa volta, però, subito dopo, l’Agenzia delle entrate ha contestato anche gli anni successivi. Così, per “sistemare” il 2004, Mediaset, a dicembre, ha pagato 2,7 milioni, mentre per il periodo 2005-2012 ha iscritto a bilancio un fondo rischi per 11,5 milioni.
Soltanto nel 2013, spiega il bilancio della società del Biscione, gli oneri connessi alla definizione dei contenziosi fiscali hanno avuto un impatto complessivo, ovviamente negativo, di 44,4 milioni sul risultato netto consolidato, che nell’ultimo esercizio è stato piuttosto risicato, e positivo per quasi 9 milioni.
Il bilancio di Mediaset segnala poi che il 6 febbraio la controllata Rti ha acceso “un rapporto di conto corrente che risulta essere nella piena ed esclusiva disponibilità dell’autorità giudiziaria”. Su tale conto, sono stati versati 10,8 milioni, che risultano “a disposizione della stessa autorità giudiziaria ai fini del pagamento del debito tributario contestato nel procedimento penale Mediatrade”.

Ma non è tutto, perché il bilancio del Biscione fa anche sapere che anche la controllata Mediaset Espana trascina con sé guai e conti da pagare: l’antitrust spagnola, a febbraio del 2013, l’ha sanzionata per 15,6 milioni (è già stato presentato il ricorso) e l’amministrazione finanziaria del paese iberico le ha contestato il mancato pagamento di tasse per 9 milioni. Insomma, i guai fiscali di Mediaset non sono colpa soltanto dei processi di Berlusconi.

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